Il difensore (Italian Edition) by Cavanagh Steve

Il difensore (Italian Edition) by Cavanagh Steve

autore:Cavanagh, Steve [Cavanagh, Steve]
La lingua: ita
Format: azw3
editore: Longanesi
pubblicato: 2015-09-02T16:00:00+00:00


31

Tra me e Victor c’erano due metri di vuoto. Io ero seduto alla scrivania nell’ufficio del giudice, lui era immobile davanti al divano e mi fissava, impugnando il coltello con la mano sinistra. Incapaci di sostenere uno sguardo così intenso, i miei occhi vagavano nervosi fra lui e il coltello. Poi Victor venne verso di me.

Non disse nulla.

Mentalmente mi figurai una gamma di scenari sempre più complessi e dettagliati. Non riuscivo a capire come avessero potuto scoprirmi. Presi a guardare convulsamente qua e là, in balia delle teorie che mi rimbalzavano in testa. Portai le dita alla bocca. Mi avevano scoperto, ormai era evidente.

Poi la mia mente premette sui freni.

Mio padre mi aveva insegnato a non perdere il controllo.

E se invece non mi avevano scoperto?

«Sa una cosa, Victor? Mi sto scervellando per capire perché Volchek dovrebbe avermi frainteso.» Victor rallentò il passo e tese le orecchie.

«Sono un tipo piuttosto sveglio. Glielo dico nel caso sia troppo stupido per arrivarci da solo. Nei confronti del suo capo ho agito sempre in buona fede. Volchek non ha assolutamente motivo di pensare il contrario. Perciò immagino che non creda che sto mentendo, ma sia semplicemente prudente. Fin troppo, a mio avviso. Non avrebbe mai fatto tutti quei soldi, se non avesse corso qualche rischio. In ogni caso, io non sono un bugiardo. Il bugiardo è lei. Cerca di spaventarmi per farmi rivelare qualcosa, per scoprire se faccio il doppio gioco col suo capo oppure no. Si risparmi la fatica: io non ho secondi fini. Cosa crede, che mi prenda i soldi e gli lasci mia figlia? Non sarà pazzo, eh?»

Victor si fermò a un metro scarso da me, col coltello ancora in mano.

«Allora?» dissi.

«Fallo», disse Arturas incitando Victor.

«Sono tutte stronzate», dissi. «Non avete niente contro di me. State solo aspettando di vedere come reagirò. Vi chiedete se crollerò e farò qualche fesseria o spiattellerò qualche piano segreto. Tranquilli. Dove diavolo potrei andare? Sono stato con due coglioni come voi per tutto il giorno perché rivoglio mia figlia. E la rivoglio sana e salva. Devo vincere per forza. Vincerò la causa per salvare mia figlia.»

Victor non si mosse. Per un attimo non accadde nulla.

Poi si spostò di scatto verso di me, col coltello lungo il fianco. Io puntai i piedi e mi aggrappai alla sedia. Se avesse fatto un altro passo, mi sarei buttato sulla sinistra sollevando la sedia.

Invece Victor si fermò col piede a mezz’aria, fece balenare il coltello, poi scoppiò a ridere e si girò verso Arturas.

«Non mente. Per poco non si cagava sotto. Finocchio», disse con un forte accento slavo, prima di farsi una grassa risata.

Mi rilassai un po’. Avevo passato un test, ed era un test importante.

Arturas fece una telefonata e di nuovo tornò alla sua lingua madre. Probabilmente stava parlando con Volchek. Finita la telefonata mi puntò un dito contro.

«Veda di comportarsi bene, avvocato. Quattro milioni sono un mucchio di soldi. Non per noi, ma sono comunque un mucchio di soldi. Se andassero persi non saremmo contenti.»

«Quando?»

«Dovremo andare a ritirarli.



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